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Un invito al viaggio fantastico dal reale al sogno, dal documento all’arte.
Un viaggio intorno al tavolo, accompagnati dai sapori deliziosi dei cibi, che bisogna immaginare
perché il cinema è arte della fantasia, dell’immaginazione, perché il cinema si gusta senza mezze
misure, si assapora nel lasciarsi avvolgere, nel lasciarsi guidare sui sentieri dell’illusione.
Perciò un viaggio che andrà perdendo la sua dimensione realistica, la sua struttura di documento per
abbandonarsi al fascino dei piatti, alla fragranza del cibo, alla sensibilità dei palati.
Cibo e cinema è un connubio che va al di là del legame puramente narrativo.
Come per un piatto, così per il cinema non è solo questione di “contenuto”, ma anche, e soprattutto,
di forma, cioè del modo di presentare il “piatto”, l’immagine. La forma suscita reazioni, emozioni,
appetiti. Lavora a livello inconscio, fa apprezzare/disprezzare prima ancora dell’assaggio, prima
ancora di percepire il contenuto (materiale per un piatto, narrativo per un film).
Cinema è arte dell’immagine, cioè modalità di presentazione che combina elementi sonori e visivi
per suscitare interesse e costruire quel legame empatico senza del quale un film stenta a piacere.
Analogamente lo chef fonde sapori e fragranze, ma ne cura anche la presentazione sul tavolo.
Cinema e cibo giocano le loro carte migliori sull’ambiente in cui vengono fruiti.
Il piatto consumato in compagnia è di gran lunga più saporito dello stesso consumato da soli. La
convivialità è ingrediente essenziale a livello narrativo, ma anche esperienziale. Il film fruito in una
sala con molto pubblico è vissuto più intensamente che non nella solitudine della casa attraverso il
video o in una sala con una manciata di spettatori.

Roberto DUTTO

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